COLTIVAZIONE DI FITOPLANCTON: MODELLO PER USO ACQUARIOLOGICO. Parte 1

FITOPLANCTON E MICROALGHE

Cellule di Tetraselmis

Cellule di Tetraselmis

Con il termine fitoplancton si indicano numerose specie di organismi fotosintetici acquatici alla base della catena alimentare. Le dimensioni massime di questi organismi sono nell’ordine delle poche decine di micron, molto più spesso e soprattutto nell’uso per acquari, queste cellule sono grandi tra 1 e 10micron; per cui saranno percepibili ad occhio nudo solo quando si trovano in colture da milioni di cellule per litro perché coloreranno il mezzo di coltura.

Il genere maggiormente coltivato per uso acquariologico è Nannochloropsis, ossia una microalga di 2 micron di diametro molto resistente e adatta a condizioni ambientali molteplici e mutevoli. Gli altri generi più coltivati per il loro valore nutritivo in acquacoltura sono Isochrysis, Tetraselmis e Spirulina.

MEZZI PER LA COLTIVAZIONE

La coltivazione di questi unicellulari può avvenire anche con semplici mezzi casalinghi più o meno economici.

Il Contenitore 

Sacco in polietilene per coltivazione

Sacco in polietilene per coltivazione

In commercio esistono dei piccoli “reattori di fitoplancton”, tuttavia rimangono ancora sconvenienti economicamente, anche se presentano il vantaggio di essere semplici da usare e conformati per essere manipolati velocemente.

Il contenitore per la coltivazione deve avere le pareti quanto più trasparenti per consentire la massima illuminazione all’interno e devono essere quanto più lisce perché le microalghe (soprattutto le flagellate Tetraselmis e Isochrysis) tendono ad aderire alle superfici. Inoltre è necessario tenerli chiusi il più possibile. La forma più funzionale è quella tronco-conica, tipo una bottiglia rovesciata. Si possono quindi utilizzare delle bottiglie di plastica senza troppe scanalature, usate capovolte. Bottiglie in vetro hanno solitamente pareti più scabrose, tuttavia con una buona operazione di pulizia possono essere ugualmente utilizzate; queste difficilmente possono essere usate capovolte, quindi sarà necessario un maggiore movimento all’interno.

Periodicamente questo tipo di contenitori rigidi andrà pulito accuratamente con prodotti chimici (amuchina) per evitare contaminazioni di ogni tipo. Per evitare questo inconveniente, personalmente utilizzo sacchetti in polietilene usa e getta (i sacchetti classici per il trasporto pesci).

I sacchi presentano diversi vantaggi rispetto alle bottiglie: l’interno è molto liscio e viscido, inoltre se sono nuovi, i fogli saranno aderenti, ciò vuol dire che non ci possono essere organismi contaminanti. In più i sacchetti possono essere adattati a qualunque spazio disponibile. L’inconveniente di questi sacchi è una maggiore difficoltà nella manipolazione, per cui esistono dei sacchi appositi muniti di valvole e aperture per facilitare le operazioni.

Il movimento

La coltura deve essere continuamente mossa per favorire la distribuzione in tutto il volume delle cellule e dei nutrienti. La soluzione più semplice e comunemente usata è un aeratore, usato senza porosa e che insuffli 3-5 bolle al secondo. Il maggior movimento è richiesto per alghe pesanti come Tetraselmis e per colture particolarmente dense.

Altre soluzioni usate soprattutto in laboratorio sono gli agitatori magnetici e gli agitatori a scuotimento.

Un filtro per l’aria da inserire sul tubicino uscente dall’aeratore sicuramente aiuta a ridurre fonti di contaminazione.

La Luce

Colture di Nannochloropsis

Colture di Nannochloropsis

Le microalghe più semplici si adattano a diversi tipi di illuminazione. Quindi fino a 10 litri può bastare una semplice lampadina a basso consumo da 11watt. L’importante è che la luce sia diffusa il più possibile in tutto il contenitore, quindi per contenitori particolarmente alti è necessaria una lampada neon. Non sono da escludere soluzioni con barre a led.

I diversi tipi di clorofilla reagiscono a specifiche lunghezze d’onda, tuttavia mantenendo luci bianche calde, lo spettro sarà “sporco” ed il plancton troverà anche il colore necessario alla sua crescita.

Mantenere un periodo di illuminazione più o meno lungo influisce sulla velocità di crescita della coltura; generalmente si illumina per almeno 16 ore al giorno, ma si può arrivare anche fino a 24 ore giornaliere.

La Temperatura

La temperatura influisce sulla velocità di crescita della coltura. Per una coltura “casalinga” ci si può accontentare delle temperature mantenute in casa durante l’anno(17°-30°C), anche se l’optimum è normalmente fissato su 20-25°C.

Un contenitore di polistirolo isolante al cui interno si pone la coltura  e l’impianto di illuminazione può essere una buona soluzione in ambienti freddi; ovviamente la temperatura in questo caso va mantenuta sotto stretta osservazione per evitare surriscaldamento.

Il Mezzo di Coltura

Il fertilizzante

Il fertilizzante

L’acqua di coltura deve essere quanto più sterile possibile. Servirà allo scopo acqua da osmosi inversa salata (per il plancton marino) e stabilizzata poco prima dell’utilizzo. Solitamente si raggiunge una salinità di 30g/l; meglio usare sale sintetico, tuttavia i risultati con il normale sale da cucina non iodato non sono negativi.

Il fertilizzante studiato appositamente per essere consumato da queste microalghe si riferisce quasi sempre al Guillard f/2, perché comprende le giuste percentuali di azoto, fosforo e potassio, oltre che diversi microelementi e composti organici. La denominazione commerciale varierà in base all’azienda produttrice.

Per le alghe più semplici (Nannochloropsis) si può anche usare acqua da acquario ricca di nitrato e fosfato, da filtrare e bollire per circa 12 minuti. Si dovrà controllare accuratamente la salinità e la temperatura prima dell’utilizzo, rendendo il procedimento più lungo.

Lascia un commento